Varianti vecchie e nuove, qualcuno le gioca ancora?
Da quando il Texas Hold’em è sbarcato in Italia verso la metà del primo decennio del nuovo millennio, gli appassionati si sono moltiplicati a dismisura.
È ovvio, come tutti saprete, che tale boom si è fermato qualche anno fa, sia a causa delle politiche restrittive che non hanno permesso ai giocatori nostrani di confrontarsi con un mercato online condiviso, sia perché la situazione economica del nostro Paese non è esattamente tutto questo Carnevale di Rio.
Ma una cosa è certa, quando il poker fece il suo trionfale ingresso nelle nostre giornate, si portò dietro tutto il carrozzone strombazzante che altri Paesi come ad esempio quelli del Nord Europa, oppure gli Stati uniti, avevano già vissuto con qualche anno di anticipo.
Nonostante questo, alcuni dei migliori players italiani sono riusciti a colmare il gap e non è questa la sede per tornare ancora una volta a fare i nomi dei soliti noti.
Alzi la mano, invece, chi non si ricorda che in quegli anni, insieme al Texas Hold’Em, ebbero un particolare successo anche quelle che prendono il nome di “varianti” che, non sono in Italia, in questi anni vivono anch’esse un non felicissimo periodo di popolarità.
Dovremmo tutti ricordare che il NL Hold’Em non sarebbe mai esistito se alcune di queste varianti non avessero fatto da precursore alla “cadillac” del poker.
In Italia presero piede subito Razz e Omaha Hi/Lo, molto più, ad esempio, dello Stud e dello Stud Hi/Lo.
Non vogliamo considerare “varianti” anche tutte quelle specialità come Pot Limit Omaha, oppure Limit e No Limit Omaha, il classico gioco con le 4 carte che consideriamo una sorta di fratello minore dell’Hold’Em.
Tra le varianti tradizionali, oltre a quelle già citate, non possono mancare il 5 Card Draw, il Deuce to Seven e il particolarissimo Badugi.
Il Badugi in particolare si impose nel nostro Paese, ma non tutti ne capirono immediatamente le regole e non era difficile, quando partivano alcuni tornei di tale specialità, vedere gente metterle tutte dentro con tris, o colore, quando lo scopo era invece quello di combinare 4 carte di seme diverso, possibilmente dal valore basso. Per intenderci il nuts a Badugi era A-2-3-4, tutti di seme diverso l’uno dall’altro.
Non certo per importanza, abbiamo lasciato per ultimo l’accenno a quelle che sono considerate le varianti più moderne, anche se, fuori dall’Italia, più moderne non sono, come il poker polacco e il poker cinese, quest’ultima nella specialità “Pineapple”, molto, molto divertenti e altrettanto aggreganti.
Pic courtesy Pokernews